Permettere alla gioia di destarsi è proprio quanto Francesco di Sales esprime nel descrivere l’«estasi dell’azione e della vita». Grazie ad essa «non viviamo soltanto una vita civile, onesta e cristiana, ma una vita sovrumana, spirituale, devota ed estatica, ossia una vita che in ogni caso è fuori e al di sopra della nostra condizione naturale».
L’estasi è l’eccesso felice della vita cristiana, lanciata oltre la mediocrità della mera osservanza.
È una vita che ha ritrovato le sorgenti della gioia, contro ogni suo inaridimento, contro la tentazione di ripiegarsi su di sé. In effetti, «il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice e opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita» (Evangelii gaudium, 2).
(Tratto da: Francesco,Totum amoris est. Lettera apostolica, Centro Ambrosiano)