«Credo in Dio…», si recita ogni domenica alla Messa. Ma chi è questo Dio professato dai cristiani? Qual è il suo volto? E cosa significano le parole con cui lo si descrive nel «simbolo della fede»? Ancora più radicalmente: come, oggi, in un tempo segnato dal pluralismo, se non addirittura dal sincretismo religioso, possiamo dire qualcosa su Dio? È – si chiede l’autore, don Alberto Cozzi, nel volume che inaugura la collana «Dire Dio» – un nome senza volto, o un mistero con molti nomi? «Dire Dio» è un progetto editoriale in sette volumi di Itl Libri, in uscita fra il 2024 e il 2025 con il marchio Centro ambrosiano, che intende porre alcune domande di fondo sui contenuti della fede cristiana, sul modo di comunicarla e di testimoniarla, sull’identità e la possibilità di un incontro personale con il Dio Trinità professato nel simbolo del «Credo», così come è stato formulato dal Concilio di Nicea 1700 anni fa, nel 325.
Scrive don Cozzi, studioso e docente di Teologia sistematica, nonché membro della Commissione teologica internazionale del Vaticano: «Nicea apre lo sguardo sul divino infinito ed eterno. Vede un Dio “Padre” che genera un “Figlio”… che non vuole più essere se stesso, cioè Dio, senza l’Altro» E si chiede, sviluppando le possibili risposte nelle pagine del volume: «È possibile e davvero interessante oggi dire tutte queste cose su Dio? Il problema oggi non è proprio il termine “Dio”? La questione radicale è lo stesso concetto o idea di “Dio”: si tratta di qualcosa di reale, è un referente di discorso, qualcosa di cui si può parlare? Oppure è una proiezione umana, un’illusione, una cifra di un discorso che rimanda ad altro? E se è il prodotto sempre mutevole delle umane rappresentazioni, ha senso cercarne la verità, con la pretesa magari di imporre ad altri la propria immagine di lui?». Interessante e assolutamente originale la conclusione a cui giunge l’autore: «La vera sfida di un discorso responsabile su Dio oggi non si presenta nell’alternativa secca: “c’è/non c’è”, poiché il problema è “quale Dio esiste?” e “dove si incontra-manifesta?”. Perciò un discorso su Dio deve raccogliere la provocazione a mostrare che il nome di Dio è quel nome che permette di dare l’unico senso vero alla realtà, dicendone il segreto profondo ma anche le possibilità più vere».
Accanto a questo primo titolo, la collana «Dire Dio» offre un percorso che si snoda in altri sei volumi, che saranno pubblicati nei prossimi mesi e che pongono altre domande sul senso del credere e del professare la fede nell’oggi, come spiega il curatore don Cristiano Passoni, assistente generale dell’Azione cattolica ambrosiana: «Se un tempo era abbastanza facile parlare di Dio, dentro una cultura cristiana essenzialmente condivisa e dentro le strutture ecclesiali che permeavano il vissuto quotidiano delle persone, la questione si fa urgente in questo passaggio d’epoca. È questo primo sentiero che intende sondare la riflessione di Alberto Cozzi, rispondendo alla domanda: Quale Dio? Come, dunque, parlare di Dio, oggi, dentro un contesto di pluralismo religioso? Quale discernimento esige una testimonianza cristiana, che ritrovi il coraggio di esprimersi e sia al tempo stesso rispettosa dell’identità religiosa di coloro che vivono accanto a noi? Come non ignorare i numerosi testi biblici che parlano della volontà salvifica universale del Dio cristiano, senza cadere nella proposta minimalista di una semplice tolleranza religiosa o al rispetto della libertà di coscienza? Si vorrebbe attingere a quella fonte inesauribile, rileggendola, come è accaduto agli inizi della Chiesa, nella novità che ci interpella oggi».
Dopo don Cozzi, si cimentano nella scrittura dei titoli successivi Cristina Simonelli (Cercare Dio?), Ferruccio Ceragioli (Dio sta con me?), Laura Invernizzi (Parlo con Dio?), Pierangelo Sequeri (Addio a Dio?), Gianluca Chemini (Dio per sempre?), Gianni Criveller (Quanti volti ha Dio?).
Cristina Simonelli, nel suo volume Cercare Dio?, affronta il tema della ricerca di Dio nell’attualità, con una particolare attenzione al contesto culturale odierno. Nicea è diventata una sorta di cifra simbolica, rappresentando non solo un evento storico, ma anche un metodo per affrontare la questione di Dio nel tempo. L’autrice si chiede: perché si tratta di un anniversario audace? Si può leggere la qualità dell’operazione svolta dai Padri conciliari e provare ad attualizzarla? Cercare Dio e “dire” la fede rimangono compiti essenziali della nostra epoca, declinabili nei diversi contesti storici e culturali.
Il libro Dio sta con me? Relazione delle relazioni: la fede cristiana di Ferruccio Ceragioli esplora il cuore della fede cristiana attraverso la lente delle relazioni. Ogni esperienza umana significativa si fonda sul riconoscimento dell’altro nella sua unicità, libertà e dignità. Ma può questa dinamica interpersonale aiutarci a comprendere il mistero di Dio?
La Bibbia ci presenta un Dio che cerca continuamente una relazione con l’umanità, instaurando un’alleanza basata sulla libertà e sull’amore reciproco. La risposta umana a questa chiamata è la fede, intesa come adesione fiduciosa a Dio. Nel dialogo tra la relazione con gli altri e la relazione con Dio si sviluppa l’essenza della fede cristiana, definita dall’autore come la “relazione delle relazioni”.
Attraverso questa riflessione, Ceragioli invita a riscoprire il senso profondo della fede alla luce della storia della Chiesa e, in particolare, dell’anniversario del Concilio di Nicea, che ha sancito le basi della dottrina cristiana. Un testo che offre spunti preziosi per chi vuole approfondire il proprio cammino spirituale e interrogarsi sulla presenza di Dio nella propria vita.
L’ultima uscita per questa collana è Parlo con Dio? Un dialogo tra amici di disarmante semplicità di Laura Invernizzi, che ci accompagna alla riscoperta di un gesto antico e universale: la preghiera. Con uno stile essenziale e accessibile, l’autrice ci invita a vedere la preghiera non come un dovere, ma come una risposta a un Dio che, per primo, ci parla e ci cerca.
Attraverso domande semplici ma profonde (Cos’è la preghiera? Come si parla con Dio? Qual è il ruolo del silenzio?) Invernizzi costruisce una sorta di guida pratica, capace di orientare anche chi si avvicina per la prima volta a questa esperienza. Partendo dalla Bibbia e dalla storia della fede, il libro propone una riflessione intima, in cui emerge la preghiera come un dialogo personale e sincero, fatto di parole ma anche di pause e ascolto.
Il testo si presenta come una “mappa essenziale” per chi desidera intraprendere o riscoprire un cammino di dialogo con Dio, con la semplicità di una conversazione tra amici. In questo percorso, Laura Invernizzi — teologa, biblista e docente — offre strumenti preziosi per rileggersi nella propria relazione con il divino e per imparare a dare un nome personale a Dio attraverso la preghiera.
Un libro che, senza pretese accademiche, apre spazi di riflessione autentica e di incontro, dove ognuno può trovare il proprio modo di “parlare con Dio”.
«Una collana – commenta mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della Diocesi – necessaria per togliere la polvere a un nome che sembra molto antico: il nome di Dio. Lo scopo di “Dire Dio” è dare freschezza e futuro a questo nome, senza il quale non sapremmo chi siamo».