Il coraggio della fede: Teresio Olivelli

Le vicende della vita di questo giovane, morto in campo di concentramento nel 1945 a soli 29 anni, si dipana in modo vivace e appassionato e ci restituisce l’immagine di una persona piena di vita.

27 Gennaio 2018

Una biografia del nuovo beato della Chiesa italiana Teresio Olivelli, canonizzato solennemente a Vigevano, la sua diocesi, il 3 febbraio 2018. Le vicende della vita di questo giovane, morto in campo di concentramento nel 1945 a soli 29 anni, si dipana in modo vivace e appassionato e ci restituisce l’immagine di una persona piena di vita, sempre impegnato in “imprese impossibili” e desideroso di cambiare il mondo in cui vive sull’esempio del Vangelo.

Mai indifferente alle situazioni di “ingiustizia” o di indigenza – in classe tra i suoi compagni, nelle città e paesi in cui vive, in università, in guerra tra i suoi Alpini, nei campi di prigionia o in carcere – trova nell’Azione Cattolica, nella San Vincenzo, nella Fuci, nel Circolo culturale parrocchiale e poi nelle formazioni partigiane il modo per portare ovunque e sempre la sua testimonianza di buon cristiano. Non disdegna neppure di partecipare alle “gare” di cultura fascista, i Littoriali, per diffondere la sua visione di giustizia e di un mondo più umano.

La biografia della giornalista Luisa Bove, ricca di testimonianze e riferimenti biografici importanti, con un bel corredo fotografico, mette in evidenza tutti questi aspetti e offre soprattutto ai giovani lettori una “lezione” di vita da cui trarre molti spunti significativi. Importante il contributo offerto nella Prefazione dal Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Matteo Truffelli, che ricorda come nel 150° della nascita della più grande associazione laicale della Chiesa italiana un altro giovane aderente viene elevato agli onori degli altari.

«La sua breve vicenda terrena colpisce per la generosa coerenza tra principi e azioni. Un’unità tra esistenza e fede vissuta con la stessa intensità prima nell’Ac e nella Fuci, quindi nell’attività professionale come studioso di diritto, nel volontariato con la San Vincenzo, piegato con dolcezza su poveri e ammalati, fino alla partenza per il fronte, la successiva scelta resistenziale e, in particolare, durante gli ultimi mesi nei lager nazisti. Dove, ancora una volta, senza sosta, lasciò che fosse il Signore a guidare i suoi passi, portando ai compagni di prigionia conforto, preghiere e parole di speranza

LUISA BOVE (Milano 1964), giornalista professionista, è autrice di numerosi saggi biografici e volumi a carattere storico. Con In dialogo ha pubblicato Il giorno in cui mio padre non morì. Storia di un sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia.

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