Il Getsemani
Il nome deriva dall’ebraico: Gat-shemanin, che significa: «pressoio dell’olio». Questo era il nome di un podere ai piedi del Monte degli Ulivi. Dopo l’ultima cena, uscì dal Cenacolo per recarsi «come era solito, al Monte degli Ulivi», «in un podere chiamato Getsemani». Ivi giunto, lasciò i suoi discepoli (in una grotta): «sedetevi qui, mentre io vado là a pregare»; e presi con sé Pietro Giacomo e Giovanni si inoltrò un poco nel giardino, dopo aver chiesto loro: «Restate qui e vegliate con me», «si allontanò da loro quanto un tiro di sasso» circa una trentina di metri e rimase solo nel mistero della sua agonia. Quando giunse infine la sua ora, ritornò dagli apostoli perché ormai il traditore era in arrivo.
Due sono i luoghi santi nel Getsemani: la Grotta dell’Arresto (o Grotta del Frantoio), la Roccia dell’Agonia, nella basilica presso l’Orto degli Ulivi. La tradizione più antica ha conservato anzitutto il ricordo della «Grotta del Frantoio», a cui si riferiva direttamente anche il nome stesso. Sopra tale grotta non fu mai edificata alcuna chiesa perché la grotta stessa era luogo di preghiera come testimoniano i graffiti stessi trovati sulle pareti. In un secondo tempo, forse in rapporto all’espressione di Luca, «allontanatosi di là un tiro di sasso», si incomincia nel III-IV sec. a venerare anche la «roccia dell’agonia», sulla quale venne edificata la prima chiesa nel sec. IV, fra gli ulivi dell’orto. Eusebio di Cesarea nella sua opera sui luoghi santi scritta verso il 330, così descriveva il Getsemani: «quel podere dove Cristo fece orazione prima della sua passione, situato ai piedi del monte degli Ulivi, dove attualmente i fedeli vanno a pregare». Fino a quel tempo però sembra che sul luogo non esistesse alcun edificio sacro. S. Gerolamo, nel 386, riprese il discorso di Eusebio ed aggiunse che sul luogo «ora vi è innalzata una chiesa». Verso la stessa epoca, la pellegrina Egeria ricorda, come luogo di devozione, non solo «la bella chiesa dove Gesù pregò» ma anche la grotta dove egli venne catturato, cioè la grotta del Getsemani.
L’invasione dei Persiani guidati da Cosroe nel 614, incendiò il luogo santo che divenne poi una rovina. Una chiesa più modesta venne edificata poco tempo dopo ed i crociati la sostituirono con un imponente tempio sulla roccia dell’agonia. Questo resistette solo per il periodo crociato; dopo il 1187 fu anch’esso distrutto. Nel 1666 i Francescani acquistarono un piccolo orto degli ulivi attorno ai ruderi della basilica crociata, dove tuttora sono venerati sei antichissimi ulivi.
Il luogo più antico consacrato dalla devozione cristiana è la Grotta dell’arresto. Lavori di ripulitura e di restauro compiuti nel 1956 a causa di un’impetuosa alluvione, hanno portato alla luce tracce di mosaici risalenti al IV-VI sec. e frammenti di un altare. Furono rinvenute inoltre tracce più antiche di un frantoio per olive e una cisterna. Attualmente la grotta, aperta al culto e custodita dai Francescani fin dal 1392, si presenta con una forma irregolare, con una lunghezza massima di m 17 per 9 e un’altezza di m 3,5 circa.
(Tratto da: Guida biblica e turistica della Terra Santa, IPL)