Betfage (ebr.: «casa dei fichi»).
La storia del luogo è legata al ricordo di alcuni episodi evangelici. L’ultima settimana di Gesù iniziò con l’entrata trionfale in Gerusalemme che ebbe inizio qui a Betfage (cfr. Mc 11,1-11). Marco continua narrando l’episodio del fico, maledetto perché non portava frutto. Il fatto avvenne sulla strada da Betania a Gerusalemme, quella che passava da Betfage.
II-III sec. Secondo il Talmud ai tempi di Gesù la località era considerata un sobborgo di Gerusalemme. Di fatto nella costruzione della chiesa furono scoperti molti resti antichi, come cisterne, pressoi e tombe che testimoniano la vita svoltasi sul posto, attraverso i secoli.
IV sec. XII sec. La pellegrina Egeria, ricorda una chiesa eretta a Betfage a memoria dell’incontro di Gesù con le sorelle di Lazzaro. L’incontro è ricordato anche dai crociati insieme con il ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme. Essi costruirono sul luogo della chiesa attuale, un edificio sacro che serviva probabilmente anche da torre di difesa.
L’attuale chiesa francescana fu edificata nel 1883 sui ruderi di un santuario medioevale.
Nella chiesa, affrescata con scene evangeliche, è conservata un’antica pietra con pitture di epoca crociata (misura cm 130 x 110, alta 1 m). Tale roccia fu isolata abbassando il livello del terreno attorno perché si riteneva che da questo punto Gesù avesse iniziato il suo ingresso trionfale in Gerusalemme. Le raffigurazioni, restaurate nel 1950, riportano le scene dell’incontro di Gesù con Marta e Maria, la risurrezione di Lazzaro, i due discepoli che per ordine di Gesù prendono l’asinello, e l’entrata trionfale di Gesù nella Città Santa.
Nel giardino della proprietà francescana, si gode una vista panoramica molto bella sul deserto di Giuda; si possono vedere anche diverse tombe scavate nella roccia: alcune con la pietra rotonda di chiusura come per il sepolcro di Cristo, altre con la chiusura a lastra come la tomba di Lazzaro.
Betania (ebr.: Bet-‘Ananya, casa di Anania). Nome arabo attuale: El-‘Azariya (paese di Lazzaro).
L’attuale borgata di el-‘Azariya, che conserva i ricordi della Betania evangelica, si trova sulla strada che da Gerusalemme scende a Gerico. Fra una popolazione in maggioranza musulmana, vi sono due comunità cristiane: i Francescani di Terra Santa e gli Ortodossi.
Gli scavi di Betania furono effettuati dal P.S.J. Saller negli anni 1949-53; essi riguardarono soprattutto la zona della chiesa francescana e della tomba di Lazzaro. Furono portate alla luce tre chiese sovrapposte, edificate successivamente e in tempi diversi, ed attorno alle chiese molte tombe scavate nella roccia. Furono rinvenuti anche i resti dell’antico villaggio con pressoi, cisterne, silos e una gran quantità di ceramiche di epoca erodiana. L’antico villaggio era localizzato un poco più in alto e la tomba di Lazzaro, come le altre tombe di quel tempo, era fuori dal villaggio.
I vangeli parlando di Betania ci danno le seguenti indicazioni: un villaggio presso il Monte degli Ulivi, a 15 stadi da Gerusalemme (km 2,7 circa), e sulla strada che scende a Gerico. Questi dati permettono di identificare il luogo con l’attuale villaggio che gli arabi chiamano «el-‘Azariya» cioè: il paese di Lazzaro.
La chiesa francescana in mezzo al villaggio conserva il ricordo della casa di Marta e Maria e quello del miracolo della risurrezione di Lazzaro. Costruita a croce greca dall’architetto Barluzzi fu consacrata nel 1954. Essa è costruita sul luogo dove erano già sorte tre chiese precedenti: la prima chiesa a tre navate era costruita sullo stile delle basiliche costantiniane del IV sec. La relazione della pellegrina Egeria, verso l’anno 380, ci racconta anche delle funzioni che vi venivano celebrate. Le relazioni di viaggio dei pellegrini successivi alludono a un monastero che sorgeva presso la chiesa.
La seconda chiesa. La prima chiesa pare sia andata distrutta da un terremoto verso i secoli V e VI e sul luogo fu ricostruito un secondo edificio che non seguì fedelmente il tracciato del primo. Il mosaico di questa seconda chiesa si presenta con delle tessere molto più grandi e irregolari e con disegni geometrici molto più semplici. Gli arabi che occuparono la Palestina (638) furono molto rispettosi degli edifici religiosi di Betania. Trent’anni dopo infatti il pellegrino Arculfo annota ancora un grande monastero vicino alla basilica, sopra la tomba di Lazzaro.
I Crociati eressero una terza chiesa sulla tomba di Lazzaro ed edificarono un grande monastero, affidandolo alle suore benedettine. La chiesa sopra la tomba è ormai del tutto scomparsa salvo pochi resti. È ancora visibile il segno della porta che dalla cripta della chiesa scendeva direttamente alla tomba.
(Tratto da: Guida biblica e turistica della Terra Santa, IPL)