Il mattino di Pasqua le discepole si recano alla tomba, convinte di compiere un ultimo gesto di pietà e di amore nei confronti del corpo del Crocifisso. Ma il luogo di dolore e di morte si apre inaspettatamente a una rivelazione sconvolgente. Ecco apparire prima l’angelo, con l’annuncio della risurrezione di Gesù: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto» (Mt 28,5), e poi il Signore stesso, che raccomanda: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (Mt 28,10).
Le donne, inviate ai discepoli come messaggere del lieto annuncio della risurrezione di Gesù, ascoltano l’esortazione a non avere paura, a rallegrarsi, ad assumere un atteggiamento di grande libertà e di gioia: non più la paura e il turbamento, né il terrore, né l’angoscia della morte. È un cuore libero quello che porta l’annuncio della salvezza. Non è appesantito inutilmente poiché conosce e sa che Gesù Cristo ha reso impotente colui che della morte aveva il potere, rendendo finalmente libera l’umanità soggetta a schiavitù (cfr. Eb 2,14).
Chiamati a superare ogni forma di paura, i discepoli di Gesù hanno il compito di fare memoria quotidiana della grazia del mattino di Pasqua, e rinnovare così la gioia spirituale del sapersi salvati e consolati. È una forma di gioia impegnativa, non effimera né volubile, una gioia che si radica nella fede e che richiede ascesi, determinazione ed esercizio alla libertà. L’apostolo deve riscoprire i luoghi consueti, deve ripartire dai contesti in cui Gesù è già passato, deve imparare a considerare la “Galilea delle genti” (cfr. Mt 4,15; Is 8,23) la terra da cui riprendere il cammino di ascolto e di annuncio della Parola. La promessa di Gesù è, infatti, di un rinnovato incontro con lui nella terra di Galilea, là dove aveva preso inizio il cammino con il Maestro di Nàzaret. È l’invito ad andare fra le genti, per ritrovare i segni della sua presenza, per riscoprire la verità della sua Parola e cominciare a raccontarla agli uomini assetati di verità.
(Tratto da: Comunità Sorelle del Signore, Presagi di vita, Centro Ambrosiano)